La testimonianza delle immagini: una lettura estetica di Ricoeur PDF Stampa Email
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Claudia Elisa Annovazzi

Abstract

Noto principalmente come esponente dell’ermeneutica, Ricoeur ha fornito, attraverso le sue riflessioni sul linguaggio poetico, un’importante contributo anche alla riflessione estetica. Distinguendo tre livelli di mimesis – quella che lega l’opera al suo autore, quella costituita dalla finzione poetica, infine quella che produce i propri effetti sul lettore – Ricoeur ha concentrato la propria attenzione sul secondo e terzo livello, trascurando il primo. In questo modo ha saputo far emergere la capacità creativa del linguaggio poetico – soprattutto nella Metafora viva – e la sua portata ontologica – soprattutto in Tempo e racconto. Ma ha mancato di radicare queste dimensioni in una solida riflessione sull’opera dell’autore. Spunti in questa direzione si trovano però nelle analisi sul ruolo dello storico nel terzo volume di Tempo e racconto. Questo tema apre al collegamento con uno scritto apparentemente distante – L’ermeneutica della testimonianza – che fornisce lo spunto più originale per un’interpretazione estetica di Ricoeur: quello di considerare l’opera d’arte come opera di testimonianza.

 

Claudia Elisa Annovazzi è dottoranda in filosofia presso l’Università del Piemonte Orientale, dove sta concludendo la sua ricerca sull’estetica teologica di H. U. von Balthasar. Ha presentato e discusso la sua interpretazione dell’estetica ricoeuriana, frutto del suo lavoro di tesi per la laurea specialistica in filosofia, alle European Society for Aesthetics Conferences (Grenoble 2011), con l’articolo: «Le Témoignage des Images. Un Interprétation Esthétique de Ricoeur», ora in Proceedings of the European Society for Aesthetics, vol. 3, pp. 51-66.

 

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