I colori di Filostrato il Vecchio. Dalla pittura delle emozioni e dei caratteri alle metafore dell’opera sofistica PDF Stampa Email

Évelyne Prioux

Abstract

Mentre ci si potrebbe attendere un interesse marcato e continuo per i colori nel ciclo delle Eikones di Filostrato, i sondaggi che si possono effettuare ci permettono, al contrario, di capire che l’interesse rivolto ai colori varia sensibilmente da una descrizione all’altra. Le notazioni di colori si concentrano in alcune descrizioni, mentre la maggior parte di esse ne sono sprovviste o non citano che alcuni colori soltanto, sempre gli stessi: oro, nero e bianco. I dettagli intorno ai quali Filostrato concentra le sue indicazioni di colore non sono anodini. Se una gran parte delle indicazioni che l’autore fornisce concernono, per esempio, l’incarnato del corpo o il colore degli occhi, altre indicazioni isolate si riferiscono a motivi che costituivano, nell’Antichità, dei simboli e delle metafore molto comuni del testo poetico o del lavoro del poeta: riccioli, corsi d’acqua, mare, gemme, briglie o redini dei cavalli, corone di fiori, ali, stoffe.

 

Évelyne Prioux, ancienne élève dell’Ecole Normale Supérieure (Parigi), è ricercatrice presso il CNRS e insegna presso il Dipartimento di Storia dell’Arte dell’Università di Paris Ouest – Nanterre – La Défense. Specialista della poesia ellenistica, della critica d’arte e della critica letteraria antiche, è autrice di svariati studi sui nuovi epigrammi di Posidippo di Pella, per i quali ha ottenuto la medaglia di bronzo del cnrs: Regards alexandrins. Histoire et théorie des arts dans l’épigramme hellénistique, Peeters Publishers, Louvain 2007 e Petits musées en vers. Épigramme et discours sur les collections antiques, L’art et l’Essai, Paris 2008.

 

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