Portare il lettore nel cuore del testo. L’ekphrasis nei dialoghi di Platone PDF Stampa Email

Lidia Palumbo

Abstract

In questo scritto mi propongo di mostrare come l’ekphrasis sia usata da Platone con lo scopo di portare il lettore nel cuore del testo. Quando scrive i suoi dialoghi, infatti, a mio avviso, Platone disegna una scena ed in questa scena il lettore è invitato per così dire a trasferirsi. Trasferirsi per sedere al simposio, o alla conversazione nella palestra, o nella prigione di Socrate, e, tutti insieme, filosofare: l’autore invisibile del dialogo, i suoi personaggi, i suoi lettori. La scena in cui ospitare le figure parlanti  e il loro dialogo è allestita dal filosofo scegliendo con gran cura ognuna delle parole ed in questa scelta nei dialoghi di Platone hanno un ruolo assolutamente privilegiato i verba vivendi grazie  ai quali, fin da Omero, i personaggi vedono, sono detti vedere e i lettori vedono la visione.

 

Lidia Palumbo insegna storia della filosofia antica presso la Facoltà di Lettere dell’Università di Napoli «Federico II». Membro di società filosofiche nazionali (SFI) e internazionali (IPS), dirige, con il prof. G. Casertano, la collana «Skepsis». Testi e studi di filosofia antica, presso l’editore Loffredo di Napoli. Ha partecipato a svariati congressi e seminari nazionali e internazionali e ha pubblicato molti saggi sui Presocratici e alcuni volumi su Platone. Tra le sue ultime pubblicazioni: Mimesis. Rappresentazione, teatro e mondo nei dialoghi di Platone e nella Poetica di Aristotele (Loffredo, Napoli 2008).

 

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