La filosofia leggera di María Zambrano. Un dialogo a distanza con Italo Calvino

Elena Laurenzi

Abstract

Il saggio analizza il tema della leggerezza nella filosofia di María Zambrano attraverso il confronto con il saggio che Calvino dedicò a questa qualità nelle sue Lezioni americane. La leggerezza riassume, per entrambi gli autori, la funzione esistenziale della scrittura, tanto letteraria come filosofica, quale fattore di trasformazione della sostanza pesante del mondo in elemento luminoso e dinamico. A partire da questa analogia, il saggio approfondisce la distanza tra la tradizione del materialismo atomistico cui Calvino ascrive la propria quête e il materialismo spagnolo cui si richiama Zambrano nei suoi primi scritti, caratterizzato per l’ineluttabile riferimento alla corporeità solida delle cose e alla particolarità irriducibile degli esseri che popolano il mondo, e con cui l’umano è chiamato a convivere. Evocando la critica di Zambrano all’astrattismo del pensiero e dell’arte del Novecento quale sintomo di una coscienza disincarnata, il saggio mette dunque in luce il vincolo peculiare tra ricerca della leggerezza e assunzione della gravità che caratterizza la sua proposta filosofica. Nella parte finale, si assume la teoria della doppia vocazione che Calvino enuncia nel suo testo, facendola rimontare a Guido Cavalcanti e a Dante Alighieri, quale chiave di lettura efficace per definire la distanza tra Zambrano e Calvino.

 

Elena Laurenzi collabora con la cattedra di Storia delle dottrine politiche dell’Università del Salento e con il Seminario “Filosofia i gènere” dell’Università di Barcellona. Ha tradotto e curato varie opere di María Zambrano, tra cui l’inedito Dante specchio umano (Città Aperta 2007). Tra le sue ultime pubblicazioni: Sotto il segno dell’aurora. Saggi su María Zambrano e Friedrich Nietzsche (ETS 2012).

 

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