L’idea della grazia e la città di Dio PDF Print Email
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Raffaele Milani

Abstract

Qual era l'immagine di città che Agostino aveva davanti agli occhi per meditare una città ideale? Com'erano Milano con San Lorenzo, Roma e altre città a quell'epoca? Qual era l'impatto delle trasformazioni urbane se si considera la diffusione di templi di rito cristiano, estensione delle domus ecclesiae? Da quali suggestioni, tra le genti, le abitudini e i riti, può essere nato questo grande documento di civiltà e cultura che è La città di Dio? Il modello che Agostino aveva davanti era quello di una grande città in rapido mutamento con mausolei e nuove costruzioni religiose e civili. Si alterava l'impronta pagana che stava divenendo via via sempre più marginale, soprattutto con il decreto di Teodosio del 392, mentre le basiliche si distribuivano, vicino alle porte d'ingresso alla città secondo una certa pianificazione e in una progressiva espansione di volumi sviluppando gruppi episcopali complessi e riutilizzando strutture architettoniche preesistenti, pubbliche e private con annessione di altri edifici. Agostino assisteva a una cristianizzazione dello spazio e poteva anche osservare nell'opera del vescovo un 'espressione del potere civile.

 

Raffaele Milani, Professore di Estetica, Dipartimento di Educazione, Università di Bologna. Autore di numerosi libri tra i quali Il Pittoresco (1996), L'arte del paesaggio (2001), I volti della Grazia (2009). Direttore del Laboratorio di ricerca sulle città, Istituto di Studi Superiori, Università di Bologna, Membro della Commissione Europea presso il Ministero dell'Ambiente francese usl tema: "De la connaissance des paysages à l’action paysagère". Delegato italiano della SIE alla International Association for Aesthetics.

 

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