Il «pathos» del nascosto PDF Print Email
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Sandra Mariani

Abstract

L’elettiva ambiguità della scrittura eraclitea allude alla lontananza e alla segretezza del lógos, all’unità incessantemente diveniente del tutto e all’originario contatto dell’uomo col mondo. Il ricorrente utilizzo dell’omografia, dell’omofonia, dell’asindeto, della polisemia nonché di accostamenti di immagini in reciproca opposizione vuole infatti scardinare il principio d’individuazione e d’identità sui quali si fonda la rappresentazione con tutto l’impianto della conoscenza umana, ed esprimere così la transitività del gioco plastico delle molteplici conformazioni cosmiche dell’Uno/Fuoco/Lógos. La sapienza si distingue da ogni altra conoscenza proprio perché non ha un distinto ambito di studio, perché non si giustappone alle altre molteplici esperienze ma cerca di queste il senso unitario, l’unica radice alla quale – tutte – devono essere ricondotte. La sapienza eraclitea consiste nell’essere esperti della ragione che regge ogni cosa per mezzo di ogni altra cosa, della misura che è intima regola cosmica, dell’armonia invisibile che accorda i suoni discordanti, dell’identità nel divenire.

 

Allieva di Sergio Givone, Sandra Mariani insegna storia e filosofia nel liceo classico di Montepulciano. Ha scritto diversi articoli e i capitoli Philosophie und Wissenschaft der Magna Graecia, in F. Bourbon – F. Durando, Magna Graecia. Kunst und Kultur der Griechen in Italien, Hirmer, München 2004 (tr. it., I Greci in Italia, Magnus, Udine 2005); Il Romanticismo e l’idealismo, in S. Mele, La ricerca del sapere, D’Anna, Firenze 2011; Valerio Massimo e la moderna “querelle des femmes”, in AA.VV., Cinque donne per cinque cinquecentine, SBT, Torrita di Siena 2013. Ha inoltre curato Gorgia di Lentini, In difesa di Palamede, Il Melangolo, Genova 2010.

 

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