Estetiche e politiche della bassa definizione: Thomas Hirschhorn, Jacques Perconte, Thomas Ruff, Hito Steyerl

Antonio Somaini

Abstract

In Understanding Media. The Extensions of Man (1964), Marshall McLuhan fonda la celebre distinzione tra media «caldi» e media «freddi» sul diverso livello di definizione che caratterizza i messaggi da essi veicolati. Interpretati in questa prospettiva, sono «caldi» media come il libro stampato, la fotografia, il cinema e la radio, mentre sono «freddi» media come la comunicazione orale, il telefono, la televisione e il fumetto. Quella immaginata da McLuhan è una «meteorologia dei media» in cui la distinzione tra «caldo» e «freddo» ha tutta una serie di implicazioni al tempo stesso estetiche, epistemiche e politiche. Questo saggio prende le mosse dalla distinzione mcluhaniana per studiare le implicazioni dell'alta e della bassa definizione nella cultura visuale contemporanea, una cultura caratterizzata da una forte spinta verso l'alta definizione, promossa dallo sviliuppo tecnologico e dal marketing industriale, ma anche da una sopravvivenza di immagini «povere», in bassa definizione: immagini sfuocate, mosse, pixelate, degradate. Una doppia dinamica che è al centro dei quattro artisti qui analizzati: Hito Steyerl, Thomas Ruff, Jacques Perconte, Thomas Hirschhorn.

 

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