Fede e Wahrnehmung nella Fenomenologia dello spirito PDF Stampa Email
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Gianluca Garelli

Abstract

Nella Fenomenologia dello spirito, le figure iniziali (certezza sensibile e percezione) costituiscono un refrain che si ripresenta a diversi livelli, e in luoghi differenti del testo. Il saggio prende in esame il ritorno del binomio senso/percezione nelle pagine sul cristianesimo del capitolo sulla Religione (VII), ove Hegel, rifacendosi a motivi tratti da Giovanni (Vangelo, cap. 20, e I Epistola), concepisce il wahrnehmen come atto fondamentale nel processo generale di spiritualizzazione del vero. Questo tema è ritornato recentemente di attualità nella riflessione estetica di autori come Jean-Luc Nancy e Glenn Most. In tale prospettiva, la questione della critica hegeliana al cosiddetto «mito del dato» (W. Sellars) si sottrae al dibattito epistemologico, in cui era stata confinata in anni recenti (si pensi per es. alle interpretazioni della scuola di Pittsburgh, in particolare a John McDowell e Robert Brandom). La questione del rapporto fra aisthesis e logos restituisce così al suo sfondo teologico la complessa affermazione hegeliana: «Die Sprache aber ist […] das wahrhaftere».

 

Gianluca Garelli (Torino 1969) ha studiato filosofia e storia a Torino, Bologna, Heidelberg e Berlino (come Humboldt-Stipendiat, 2009-2010); dal 2005 è ricercatore all’Università di Firenze, dove insegna Storia dell’estetica. Fra i suoi lavori La teleologia secondo Kant (1999), Storia dell’estetica moderna e contemporanea (con F. Vercellone e A. Bertinetto, 2003), Il cosmo dell’ingiustizia (2005), Letture kantiane. L’apparente e il contingente (2006), Lo spirito in figura (2010), Il tragico (con Carlo Gentili, 2010), nonché un’edizione italiana della Fenomenologia dello spirito di Hegel (2008).

 

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