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Esperienza estetica, cucina, gastronomia |
Scritto da Administrator |
Nicola Perullo Abstract Il canone estetico occidentale ci ha consegnato un’immagine influente, tuttora dominante nel discorso filosofico e nel senso comune: poiché gusto e olfatto sono sensi inferiori, l’oggetto gastronomico non rientra nella sfera della conoscenza né procura il “vero” piacere dell’arte. In questo saggio, si indica una strada per un canone alternativo a partire dal concetto di esperienza estetica proposto da Dewey, secondo il quale anche gli oggetti gastronomici possono essere considerati oggetti estetici, sia sotto il profilo della produzione che sotto quello della fruizione. Così, attraverso uno sguardo al lavoro del più importante cuoco contemporaneo, Ferran Adrià, ma anche di molti altri protagonisti dell’avanguardia gastronomica, si mettono in luce tanto le valenze estetiche – tanto nel senso dell’aisthesis che in quello dell’arte – che quelle etiche del cibo. Il valore etico-estetico della percezione gustativa viene proposto, infine, attraverso un richiamo teoretico all’opera di Lévinas, uno dei pochissimi filosofi del XX secolo ad avere considerato il cibo e la nutrizione aspetti fondanti dell’etica filosofica.
Nicola Perullo (Livorno 1970) è professore associato di estetica all’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo. Tra i suoi lavori: Bestie e bestioni. Vico e il problema dell’animale (2002), Per un’estetica del cibo (2006), L’altro gusto. Saggi di estetica gastronomica (2008), Filosofia della gastronomia laica. Il gusto come esperienza (2010) e La scena del senso. A partire da Wittgenstein e Derrida (2011). |