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Il paradiso perduto dell'ombra |
Scritto da Administrator |
Flavio Ermini Abstract L’orientarsi dello sguardo verso le cose è un orientarsi verso uno stato di differenza, e dunque di tenebra. Tale gesto preverbale testimonia che le cose si lasciano comprendere a iniziare dai passaggi che dalla luce portano al buio. Va narrata questa storia di tenebre che è prima della storia stessa. Va seguito lo sguardo che, sottratto a ogni tracciato lineare e rassicurante, digrada nell’ombra, preparando le condizioni affinché il pensiero possa decidersi per ciò che gli è proprio. Tra ombra e scrittura il colloquio torna a essere urgente e necessario, così come resta indispensabile convocare la facoltà dell’immaginare: non si pensa se non immaginando, nel formularsi sempre nuovo della parola che nomina. Scrivere significa dirigersi – sia pure attraverso sentieri imperfetti o incompiuti – verso noi stessi, verso l’abisso dell’essere liberi e a potervi corrispondere. Ecco, alfine, la parola che, tacendo, dà parola alle parole della nostra esistenza.
Flavio Ermini (Verona 1947) è poeta, narratore e saggista. Tra i suoi ultimi libri: Il moto apparente del sole (2006), Plis de pensée (edizione bilingue, 2007), L’originaria contesa tra l’arco e la vita (2009). Dirige la rivista di ricerca letteraria «Anterem». Per Moretti&Vitali cura la collana di narrativa e saggistica «Narrazioni della conoscenza». Vive a Verona, dove lavora nel campo editoriale. |