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I numeri (arabi o romani) vanno in lettere nel corso del testo fino al numero «dodici» e se indicano secoli, decenni, anni legati a eventi storici, grandi cifre approssimate:

 

Es.: alle otto di sera; l’Ottocento; gli anni venti; il Sessantotto; due miliardi.

 

Vengono scritti in cifra i numeri che indicano:

 

1) le date precise:

 

Es.: nel 1961; il 4 luglio ecc.

 

2) i secoli, i numeri di tomo e di volume di una edizione, i numeri che seguono nomi di re e simili, i numeri di capitolo e di paragrafo nei rimandi all’interno del testo in numero romano maiuscoletto:

 

Es.: xviii secolo, vol. i, Luigi xiv, Pio v

 

3) i numeri indicanti misure determinate:

 

Es.: Era alto 1,80; misura 350 m di larghezza ecc.

 

4) le indicazioni orarie precise:

 

Es.: Sono le 18.45 ecc.

 

5) i numeri «lunghi», come ad es. 523, 4700 ecc.

 

N.B. I numeri (o le lettere) che indicano una elencazione o una successione di elementi saranno seguiti dalla parentesi.

 

Es.:

1) 2) 3) ecc.

 

a) b) c) ecc.

 

Solo per grandi ripartizioni del testo:

 

I., II., III. ecc.

 

6) I numeri fino a 9999 vanno scritti senza puntino di divisione.

 

Es.: 6245; ma 25.782, 345.721, 1.248.353.

 

7) I numeri romani devono essere in maiuscoletto.

 

Es.: Pio iv; Vittorio Emanuele ii; pp. xxi-3 18; vol. iii; xx secolo ecc.

 

N.B. L’eventuale abbreviazione della parola «numero» deve risultare così:

 

n. 2 (non n° 2 o N. 2).

 

N.B. Aggiungere l’apostrofo tutte le volte in cui viene sottinteso il millennio o le centinaia delle date, eccetto dopo il trattino d’unione.

 

Es.: la guerra del ’15-18.

 

N.B. I gruppi di numeri uniti da un trattino (come date o numeri di pagina) devono essere completi.

 

Es.: 1801-1857; pp. 56-77, 203-219.