Le irrappresentabili «fatiche» di Daniele Puppi Print

Stella Santacatterina (a cura di)

Abstract

The conversation with the artist Danielle Puppi makes visible some of the most important dynamics of his artistic concept as well as some fundamental issues concerning the aesthetic debate today. His poetic indeed takes form from the conflict between performative moment and that of representation. His «Fatiche» as he likes to call all his interventions in the space are literally unrepresentable, because the work manifests the mimetic crisis that constitutes the primary structures of contemporary artistic production today.

 

Stella Santacatterina, critica d’arte e curatrice, ha insegnato in università londinesi (ucl, University of London; Middlesex University) e ha tenuto conferenze e cicli di seminari presso la Bazalel University (Gerusalemme), la Jan van Eyck Akademie (Maastricht), il Goldsmiths College (London), la University of London (London) e la City University (London). Ha curato mostre in Europa e Medio Oriente. Collabora a riviste di teoria dell’arte e di filosofia tra cui «Third text» e «Oxford Journal of Philosophy».

Daniele Puppi (Pordenone 1970) ha frequentato le Accademie di Belle Arti di Venezia, Bologna, e Roma, dove si è diplomato nel 1996. Dalla prima installazione video-sonora, Fatica n. 1, a oggi la sua poetica delinea una particolare pratica artistica di appropriazione dello spazio. Tra le sue principali mostre personali: Fatica n. 21 (mart, Rovereto 2003); Fatica n. 27 (Melbourne International Arts Festival, Melbourne 2005); Fatica n. 16 (HangarBicocca, Milano 2008); Fatica n. 23 (gnam, Roma 2010). Tra le principali mostre collettive a cui ha partecipato: Fatica n. 22 – «Forse Italia» (smak, Gent 2003); Fatica n. 26 – «Italy made in art: now» (Museum of Contemporary Art, Shanghai 2006); Fatica n. 28bis (xv quadriennale, Palazzo delle Esposizioni, Roma 2008).