Hydra Decapita: prospettive museali «extra-terrestri» Stampa
Scritto da Administrator   

Beatrice Ferrara

Abstract

Hydra Decapita (2010), del duo britannico Otolith, è un saggio audio-visivo incentrato sulla figurazione del flusso che «evoca una serie di spettri del capitale» – a partire dagli orrori della Tratta Atlantica – «tentando di costruire un ambiente in risonanza con l’astrazione economica contemporanea». In una prospettiva congiunturale legata alla presente crisi finanziaria, l’articolo suggerisce come la costellazione critica fluida proposta da Hydra Decapita, e dalla musica elettronica afro-americana che l’accompagna, riattraversi spazi e tempi mobili del lavoro non-libero, tra le onde dell’Atlantico e le onde elettromagnetiche dei nuovi media. Si mostrerà come temi e toni dell’opera si riverberino sul tentativo di cartografia di un «museo postcoloniale», creando una stimolante zona di convergenza critica tra gli studi culturali e postcoloniali e il dibattito sul «lavoro immateriale».

 

Beatrice Ferrara è dottore di ricerca in studi culturali e postcoloniali del mondo anglofono presso l’Università di Napoli «L’Orientale». I suoi interessi di ricerca comprendono: le culture urbane della diaspora nera e in particolar modo la musica elettronica; la cybercultura; le teorie dell’affetto e della post-rappresentazione; gli studi sul lavoro immateriale. Ha pubblicato saggi in italiano e inglese sulle scritture femminili e femministe, sul movimento cyberculturale dell’Afrofuturismo e sulla musica di Sun Ra, DJ Spooky e Scanner.