Archè e visione femminile: una chora di lingua Stampa
Scritto da Administrator   

Silvana Carotenuto

Abstract

«Archè e visione femminile: una chora di lingua» s’interessa alla questione della sempre possibile distruttibilità – strutturale, architettonica – dell’archivio; sostiene, in tal senso, l’idea che è la «lingua» a poter conservare la memoria nella storia e nella trasmissione tra le generazioni. Per esemplificare questa «ipotesi» (derridaiana), il saggio legge alcune dinamiche performative delle opere di alcune artiste contemporanee, diasporiche e transnazionali, quali Zineb Sedira, Lalla Essayidi, e Zoulikha Bouabdellah. La questione della «lingua madre», la nascita della lingua al mondo, la deviazione performativa delle attuali proiezioni culturali sull’alterità, sono al centro dell'analisi del saggio. La lingua può farsi «urna» del passato, materializzarsi nell’opera/re artistico, e aprirsi alla promessa dell’avvenire.

 

Silvana Carotenuto è professore associato all’Università di Napoli «L’Orientale», dove dirige il Centro di Studi Postcoloniali. Studiosa di studi culturali e di decostruzione, le sue pubblicazioni si rivolgono, in particolare, alla scrittura e alla creatività femminile. Ha scritto su W. Shakespeare (La lin- gua di Cleopatra. Decostruzione e sopravvivenze decostruttive, Marietti, 2009) e sulla perfomance artistica sperimentale. Recentemente si è occupata di visual art, guidando lavori collettivi sull’«esilio e sulle tecnologie performa- tive delle donne».